Padre britannico annuncia l’omicidio della figlia su Facebook

Ancora un terribile fatto di cronaca coinvolge Facebook, il social network più popolare al mondo, e forse anche per questo, molte volte utilizzato per realizzare scopi nefasti.

Un padre della Gran Bretagna, Ramazan Acar, sarà ascoltato da un tribunale locale il 18 maggio per l’omicidio della figlia Yazmina di appena due anni. Ramazan aveva già confessato l’intenzione di voler commettere l’omicidio tramite una serie di messaggi inequivocabili lanciati su Facebook e su altri sistemi di messaggistica, fino all’inevitabile arresto da parte della polizia britannica.

Sopravvissuto ad un’alluvione viene picchiato da bulli, se ne vantano su Facebook

Un gruppo di sei bulli ha aggredito in uno skate park un ragazzo di appena dieci anni a colpi di bastone, lasciandolo a terra con una clavicola rotta.

La vittima si chiama Blake Rice ed è diventata purtroppo per lui famosa per essere sopravvissuta ad un’alluvione che gli ha portato via la mamma e il fratello. Gli autori del misfatto hanno poi creato una pagina Facebook per vantarsi chiamata “Abbiamo picchiato Blake Rice“.

Suicidio sventato da Facebook

Proprio ieri vi abbiamo parlato di cronaca e Facebook, ed oggi stesso torniamo a battere sullo stesso argomento. Con gioia possiamo parlare di notizie che però vedono il social network come fonte risolutrice di storie che potrebbero essere andate male e che invece sono andate a lieto fine.
Quest’oggi parliamo di una storia avvenuta in Sicilia e nello specifico a Ragusa.

Qui la Polizia, ha salvato una donna che ha tentato il suicidio dopo avere ingerito più di 20 pillole di ansiolitici misti. La sua volontà era stata espressa proprio sul social network, con a seguito una chiara volontà che parlava di voglia di uccidersi. L’accaduto risale a sabato della scorsa settimana, anche se i media e le stesse forze pubbliche, lo hanno reso pubblico soltanto oggi.

Minorenne spacciava su Facebook

 

Cronaca di un arresto nella zona di Todi. Parliamo di una ragazza minorenne che utilizzava Facebook per spacciare l’hashish tra i propri contatti. La giovane residente in un comune di zona è stata arrestata dai carabinieri di Todi dopo aver portato a termine una indagine durata un bel po’ di giorni. La ragazzina contattava i clienti direttamente sul social network in blue e contrattava la vendita della droga che veniva effettuata direttamente nell’istituto superiore di Todi dove la ragazza frequenta scuola.
Nemmeno 18 anni e già arrestata per il seguito dell’esecuzione di un provvedimento di custodia cautelare che il GIP del Tribunale dei Minori di Perugia ha disposto. Durante le indagini, è uscito fuori che i contatti della presunta e poi certificata spacciatrice, già da quand’ella era minorenne, venivano contattati tramite una richiesta di amicizia particolare ed i primi contatti erano proprio con i coetanei.

Multato, offende i Carabinieri su Facebook


 

Siamo a Montecatini Terme, dove un giovane, esuberante ragazzo di 19 anni, è stato fermato da una pattuglia del nucleo radiomobile dei Carabinieri, per guida senza cintura di sicurezza. Il giovane, già al momento del controllo ha reagito in malo modo, rivolgendo delle frasi oltraggiose ai militari. Ma la storia non è finita qui.

Una volta giunto a casa, come prima cosa si è collegato al social network Facebook ed ha scritto pesanti accuse e parole non proprio “carine” nei confronti dei militari dell’Arma. Qualcuno ha segnalato il fatto all’Arma dei Carabinieri, cha ha immediatamente rintracciato il giovane accusandolo con una denuncia di accusa per oltraggio.

Professore provoca le alunne su Facebook

 

Denunce e ancora denunce per gli utenti Facebook che ancora non hanno capito che gli errori della vita reale, vengono puniti anche su Facebook e nella e-life. Oggi parliamo di un nuovo caso di cronaca che ha visto come protagonista Facebook ed il rapporto tra i suoi utenti. Ovviamente, seppur il social network le sta tentando tutte per far si che la privacy sia sempre migliore e che profili falsi non ne esistano, capita sempre che qualcuno si metta in contatto per disturbare altri utenti.

Oggi parliamo di una storia che vede coinvolto un docente supplente dell’Istituto Alberghiero Lagrange di Milano, un 40enne tranquillo e molto riservato arrivato in città per insegnare italiano e storia.