Facebook e Coca Cola: accuse a colpi di spot

 

L’allarme è stato lanciato dal Telegraph che ha scritto che agli utenti è stato permesso per motivi di promozione e pubblicità di far pubblicare all’azienda della “bevanda segreta”, uno spot pubblicitario sotto forma di status sulla propria bacheca attraverso l’applicazione “status takeover“.
Ma il problema reale non è questo, bensì che il messaggio apparentemente risulta essere lesivo e quasi vietato ai minori. La segnalazione è avvenuta da più di 160.000 utenti, che hanno dichiarato apertamente dello status beffa. Le frasi pubblicate sono state del tipo: “Ho perso la mia coperta speciale. Come posso andare a dormire?”; “Che cosa c’è di sbagliato nel fare la pipì nella doccia?”. Fatto sta che le autorità del web si sono trovate ad intervenire solo dopo che un genitore si è lamentato dell’aver visto queste pubblicazioni sullo status della figlioletta di 14 anni.

Gemma del sud: da YouTube un nuovo fenomeno

 

Il tempo dei fenomeni on line è in piena fase produttiva. Dai bambini doppiati, dalle persone travestite, dagli imitatori a chi fa i pronostici per i mondiali di calcio ormai finiti. Ma la ricerca sul web dei fenomeni è diventata anche una sorta di sport nazionale tra gli utenti dei siti web più cliccati e soprattutto per chi è un navigatore accanito di siti tipo YouTube dove chiunque pubblica di tutto e di più.
E proprio dal sito di video sharing più utilizzato al mondo arrivano le migliaia di richieste di fans per il nuovo fenomeno Gemma del Sud.

FrontierVille, ecco i fatti più curiosi

Nelle ultime settimane molti agricoltori virtuali hanno barattato la vita di fattoria con la più emozionante vita di frontiera. Insomma su Facebook hanno cominciato a giocare a FrontierVille dopo mesi passati chini sul PC a giocare a FarmVille. Ma la cosa non ci sorprende troppo, perchè il nuovo gioco firmato Zynga somigla per molti aspetti a FarmVille, e come quest’ultimo sembra ben avviato al successo.

A sorprenderci sono i dati resi pubblici da Zynga a proposito dei cosiddetti FrontierVille Facts, letteralmente i “fatti su FrontierVille” che raccolgono le notizie più curiose. Ecco qui un assaggio di cosa è accaduto nella prima settimana di gioco.

Su Facebook la morte dopo la vita

 

Come è possibile che un morto continui a vivere su Facebook? Ebbene, sembra che questi ultimi grazie agli algoritmi del social network riescano a rimanere in vita e soprattutto riescano anche a chattare tranquillamente con i propri amici del profilo virtuale. Nessuna macumba o nessun “miracolo” nascosto per avvalorare tutto ciò, semplicemente un utilizzo delle impostazioni di Facebook che grazie a qualche simpatico membro del team, fa si che superata una certa età, data per morte, faccia si che ancora si possa essere su Facebook.
A far partire le segnalazioni sull’evento sembra sia stato il caso di Courtney Purvin, un’insegnante di Plano nel Texas, che lo scorso mese ha ricevuto il promemoria di amicizia da parte di una sua amica di famiglia, che anni addietro aveva suonato in chiesa al suo matrimonio. Come è possibile questo se la persona in oggetto era morta il mese prima?

MySpace: novità facebookiane all’orizzonte

 

Come abbiamo già detto tempo addietro su IoChatto.com, MySpace è ormai in continua competizione con i colossi del social networking come Facebook e Twitter che quotidianamente gli tolgono il respiro. L’unica strategia vincente era quindi quella di rinnovare lasua veste grafica, oltre alla serie di servizi che deve offrire il sito di Murdoch. La prima modifica effettuata e già visibile è che i profili stanno via via aggiornandosi al nuovo stile, quello prodotto dall’aggregatore sociale della Microsoft dove si può già notare una semplicità d’interfaccia notevole che più riesce a richiamare il design di Facebook.
Sembra che come primo impatto queste modifiche stiano già piacendo agli utenti. Questo perchè la navigazione nel profilo è stata resa più immediata, data la presenza del menu a sinistra che da accesso a foto, video e quanto altro. Oltre a questo si può notare ad “occhio nudo” che le pagine sono in rapido caricamento, senza dover aspettare più tutti gli interminabili minuti dei vecchi profili di MySpace per visualizzare qualche informazione.

FrontierVille sfida FarmVille su Facebook

La smania degli utenti di Facebook di tentare a simulare la vita da contadini sta prendendo una nuova strada. Dopo il successone di FarmVille, prodotto dalla Zynga Software, ecco che arriva sul social network in blue un altro giochino che permette agli utenti di “divertirsi”, questa volta non a coltivare semi ed utilizzare aratri virtuali, ma nella realizzazione di una vera e propria famiglia virtuale: parliamo di Frontier Ville.
Appena lanciato il gioco, infatti, possiamo già andare a costruire la nostra abitazione (e parliamo di già 6,5 milioni di utenti che hanno costruito in pochi mesi la propria struttura), per andare a convivere insieme agli oltre 20 milioni di utenti che quotidianamente si dilettano nel social game. Frontier Ville, anche se non è necessario dirlo è prodotto dalla Zynga Software, che dopo la pace fatta con Facebook e forte dell’esperienza di FarmVille sul sito, ha potuto contare già dal momento del lancio di un’utenza molto profiqua.

Facebook ingrandisce le foto

 

Gli sviluppatori di Facebook sono sempre all’opera per garantire un servizio sempre migliore e soprattutto per proporre al pubblico novità prima che la concorrenza se ne appropri. I milioni di utenti del social network sono così sempre più soddisfatti dei servizi e soprattutto si rendono conto di avere alle spalle un social network che si è evoluto dai primordi comunitari senza cambiare la sua filosofia di pensiero.
Ovviamente l’azione preferita dagli utenti di Facebook è lo sbirciare i fatti degli altri e per farlo, occorre che si diventi “amici virtuali” dei nostri “amici reali” per guardare foto ed informazioni approfondite.

Per la Cina, Facebook è una spia dell’Occidente

 

La dichiarazione viene fuori dall’Accademia Cinese di Scienze Sociali, un organo superiore sotto il diretto controllo del regime Cinese. Secondo questi ultimi, Facebook ed altri social network (MySpace e YouTube in primis), sarebbero dei servizi che vengono sfruttati prepotentemente dalle intelligence occidentali per raccogliere informazioni di dominio sugli altri popoli. La creazione di questi mezzi di comunicazione nasconde sotto sotto una vera e propria arma sociale.
Sembra un paradosso, ma queste dichiarazioni veramente sono state fatte. Secondo il governo cinese, non esiste alcun tipo di privacy e d’altronde gli studi dell’Accademia Cinese di Scienze Sociali, che vengono pubblicati come rapporto annuale, non si sono mantenuti in parole diffamatorie contro i social media del web made in Occidente.

Rendere popolare la fan page Facebook è possibile con FB Advertising

 

Il marketing è uno strumento che sempre più si appoggia alle strutture solide del web e soprattutto si basa sugli aspetti fondamentali del social media, cioè quelli che producono la massa. Facebook sicuramente è uno di questi siti dove la popolarità non manca sia da parte dell’utenza privata, che dalla parte delle aziende. Principalmente la stessa società Facebook mette a disposizione determinati strumenti pubblicitari per potersi far riconoscere on line e far si che il proprio brand venga diffuso a tanti utenti.
Ma qual’è il problema principale dopo aver creato una pagina fan su Facebook? Aumentare i fan della tua pagina Facebook; popolarla e renderla attiva; raggiungere un target preciso.
Proprio per curare questa lacuna del servizio offerto da Facebook, ecco che ci viene incontro un valido servizio FB Advertising: un servizio di popolamento delle pagine fan di Facebook.

Nuove richieste di paternità di Facebook

 

Ma chi è il vero padre fondatore di Facebook? Sul serio Mark Zuckerberg ha fatto tutto da solo? Nell’attesa che esca nelle sale cinematografiche The Social Network, che ci ha promesso di raccontare qualcosa in più sulla vicenda della nascita del social network in blue, ecco che un nuovo nome esce fuori sulla presunta paternità del network.

Parliamo di Paul D. Ceglie, uno sviluppatore di applicazioni e siti web di New York che ha fatto causa per danni a Mark Zuckerberg sull’argomento Facebook e su un presunto contratto firmato da entrambi nel 2003. Paul D. Ceglie nell’atto di accusa, sostiene di avere la maggioranza della proprietà di Facebook, basandosi sul fatto che per una sua prestazione di progettazione grafica e sviluppo non è mai stato pagato dallo stesso Zuckerberg.

Questo fatto, lo renderebbe proprietario degli sviluppi ancora fatti. Oltre a questo, Paul D. Ceglie dichiara di essere stato ingaggiato tramite un contratto per sviluppare un sito dal nome www.thefacebook.com che aveva come oggetto la grafica di Facebook (l’originale di oggi) e di essere stato pagato per lo stesso soli 1.000 dollari, ma con una clausola di possesso del 50% del sito  e l’1% di interest in the business per ogni giorno di lavoro fatto dallo stesso programmatore a partire dal gennaio 2004, fino alla conclusione del progetto.

Facebook scopre un incesto

 

Una condanna è scattata per una madre americana di Waterford Township, poche miglia a nord della città di Detroit. Si tratta di Aimee L. Sword, 36 anni, che “grazie” a Facebook potrebbe rischiare di farsi dai 9 ai 30 anni di prigione. Infatti la giovane madre è stata dichiarata dalla Corte di Giustizia americana, colpevole di avere rintracciato il figlio che ha dato alla luce durante l’adolescenza, con la colpa poi di avere avuto dei rapporti sessuali con lui nel 2008, quando ancora non era sedicenne.
Tutte le prove di questo sarebbero proprio contenute sulla pagina Facebook della donna, come riportato dal Detroit Free Press: “Quando ha visto il figlio per la prima volta, qualcosa si è mosso in Aimee: non era più una relazione madre-figlio, ma un’attrazione più profonda – ha riferito al giornalista l’avvocato Mitchell Ribitwer – Ora sta cercando la ragione di quanto successo, non riesce ancora a darsi una spiegazione di questo sentimento”.

Facebook non pubblicizza The Social Network

 

Mancano solo pochi mesi all’uscita di The Social Network, il lungometraggio che è diretto da David Fincher e basato sullo sviluppo e sulla vita di Facebook. Proprio a pochi mesi di distanza dal lancio, il social network (quello vero) ha comunicato che non ha la minima intenzione di pubblicizzare il film nella sua sezione marketing. Molto semplice intuire le motivazioni di questo “rinnegare”. Il biotopic realizzato da Fincher, non vedere proprio con occhi “innamorati” la vita e le opere del fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg e non dipinge proprio con giustizia tutti i protagonisti della vicenda Facebook, dal progetto fino all’attuale popolarità data dai suoi circa 500 milioni di utenti.
Il film, infatti, come già abbiamo annunciato in precedenza tira fuori alcuni dei lati più oscuri del social network, parlando di liti, ricatti e contratti fatti nel retroscena della nascita di Facebook. Sicuramente, ci sarà molto rumore anche perchè tutti i media parlano già di scheletri nell’armadio del giovane Mark Zuckerberg.

Su Facebook arriva il Panic Button

 

Dopo tante richieste, il social network in blue, nell’Aprile del 2010, aveva comunicato attraverso il proprio Safety Center, la possibilità di venire incontro a tutte le accuse fatte dalle associazioni per migliorare le sue performance in sicurezza, soprattutto per fronteggiare il cosiddetto cyber bullismo e per tutelare i minori. Ad attaccare il colosso, come già dicemmo tempo fa sono state principalmente le organizzazioni del calibro di Child Exploitation e Online Protection Centre (Ceop).
Ad oggi, tutto questo sembrerebbe essere stato risolto, grazie all’introduzione del Panic Button per la segnalazione di situzioni di abuso.

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