Facebook è un guardone

 

Ad affermare che Facebook è un guardone è stata l’Associazione di Consumatori Congiunti per l’Italia, che in maniera molto scrupolosa e attenta si è andata a leggere ed analizzare tutta la Normativa sulla Privacy del social network (cosa che dovrebbe fare ogni utente prima di mettere il segno di spunta accanto ad “Accetto”).
Secondo i report riassuntivi forniti dall’Associazione, Facebook tramite la sua Policy, si fa dare l’autorizzazione per utilizzare le nostre informazioni in ambito commerciale, a prendersi tutti i diritti di ripubblicazione dei nostri contenuti comprese foto e video ed inoltre a monitorare i nostri messaggi e le nostre chat.

Google ha indicizzato 52 milioni di gruppi Facebook

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Sembra che Google abbia indicizzato ben 52 milioni di gruppi Facebook. La novità riguarda i gruppi pubblici, quelli cioè le cui impostazioni di privacy sono settate per essere visibili a tutti. In realtà, il team di Google ha dichiarato che gli “open groups” sono sempre stati indicizzabili, tuttavia la quantità di informazioni ora disponibili è cresciuta notevolmente nelle ultime settimane. Questo perchè il motore di ricerca sembra in grado di indicizzare anche le discussioni aperte dai partecipanti, e questa è una grossa novità.

Il comportamento di Google comporta qualche disagio per la privacy degli utenti, ma per Facebook rappresenta un vantaggio. La ragione principale è che Google è uno dei fattori principali di traffico verso Facebook, se non il più grande. Con oltre 52 milioni di gruppi, e ben 745 milioni di pagine finora indicizzate, la quantità di traffico verso il sito è destinata a crescere ancora di più.

Facebook: facciamo pulizia nello stream

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Le modifiche allo stream di Facebook non sono mai esenti da critiche. La nuova funzione “mostra tempo reale” ha avuto l’effetto di mostrare in homepage tutto, ma proprio tutto quello che facciamo all’interno del social network: le foto che tagghiamo, gli eventi a cui partecipiamo, le nuove amicizie e i gruppi a cui ogni giorno prendiamo parte, e le pagine di cui siamo fan.

Le conseguenze più gravi sono due: noi non abbiamo più un briciolo di privacy, e ancora peggio, non ce l’hanno più nemmeno i nostri amici che trovano sul loro stream tutte le nostre attività e viceversa. Cosa fare allora per ripulire lo stream e le notizie in bacheca?

Facebook e fenomeno stalking, un nuovo caso in Italia

Sono molti i casi in cui Facebook, il noto social network, sta diventando sempre più presente nelle cronache di tutto il mondo. L’ultimo caso pervenuto dall’Italia, riguarda un caso di stalking. Lo stalking secondo Wikipedia, proviende da un termine inglese (letteralmente: perseguitare) che indica una serie di atteggiamenti tenuti da un individuo che affligge un’altra persona, spesso di sesso opposto, perseguitandola e generando stati di ansia e paura, che possono arrivare a comprometterne il normale svolgimento della quotidianità.
Il caso specifico, tratta di un ragazzo di 20 anni, R. L. residente a Bologna, che dopo essersi impossessato del numero di telefono dell’account di Internet, ma soprattutto dopo averla conosciuta su Facebook, ha cominciato a telefonare alla giovane notte e giorno intimando e minacciando di farle del male se non fosse scesa a ricatti sessuali.