Facebook, diffamare qualcuno è come un reato a mezzo stampa

Facebook diffamazione

Stando ad una recente sentenza del giudice del tribunale di Livorno il già grave reato di diffamazione che, per chi non lo sapesse, in Italia può essere sanzionato anche con la detenzione in carcere, risulta aggravato qualora portato avanti anche mediante risorse di social networking, prima tra tutte Facebook.

Questo, in alteri termini, sta a significare che un delitto di diffamazione condotto online e su piattaforma social verrebbe aggravato dall’aver arrecato offesa sfruttando un mezzo pubblicamente accessibile e, di conseguenza, paragonabile al medesimo reato effettuato mediante mezzo stampa.

Twitter, Courtney Love denunciata per diffamazione

Courtney Love

Courtney Love è stata denunciata per aver diffamato con un tweet lo stilista Dawn Simorangkir. Secondo la vedova di Cobain, Dawn è un tossicodipendente che si diverte a sfruttare giovani modelle. Lo stilista non ha gradito ed ha denunciato Courtney per diffamazione.

La cantante ha messo in guardia tutti i suoi contatti e li ha invitati a prendere le distanze da Simorangkir, tutto questo tramite il suo account ufficiale su Twitter, una mossa che ha permesso a Courtney di essere subito rintracciata come autrice del tweet diffamatorio.

La diffamazione su Facebook costa 15.000 euro

 

Ebbene si, è stato stabilito il prezzo dell’accusa di diffamazione attraverso social network in Italia. Si tratta del responso di una delle prime sentenze tenutesi nei tribunali italiani, dovuta al risarcimento dei danni per illecito e diffamazione compiuta su un social network: nello specifico Facebook.
L’invio di messaggi diffamatori, infatti, seppure attraverso il social network è costato un bel gruzzoletto ad un giovane di Monza, che secondo la corte brianzola ha dovuto sborsare ben 15.000 euro di condanna, per dover risarcire una persona del messaggio con cui era stato offeso, nel quale veniva menzionata ed offesa per una patologia alla vista che la vittima ha. Oltre a questo, le offese riguardavano alcune preferenze sessuali verso il sesso maschile del giovane.

Facebook accusa tutti

diffamazione

Grane legali ancora su Facebook, ma questa volta non è il colpevole diretto per le sue impostazioni tra privacy e dispersione di dati, è stato semplicemente il mezzo del “crimine”. Un crimine quotidianamente molto diffuso nella vita di tutti i giorni, ma non sempre evidenziato come in questo caso: la diffamazione.

Quand’è che la diffamazione fa scattare una denuncia legale? Quando viene fatta pubblicamente, magari alla televisione oppure su un giornale.

Daniela Martani: dal Grande Fratello all’attacco di Facebook

Dopo essersi battuta per i lavoratori dell’Alitalia, ed aver partecipato al noto reality show Grande Fratello, Daniela Martani, hostess, ha intrapreso una battaglia personale nei confronti di Facebook. Prima di tutto l’attacco ai gruppi ritenuti diffamatori nei suoi confronti e soprattutto molto offensivi, adesso, l’individuazione di alcuni dei responsabili di certe frasi e dichiarazioni che la Martani ha contestato accesamente: “Sono stata insultata e gravemente diffamata, ora voglio giustizia“. Con queste parole, la Martani, ha presentato un esposto alla Polizia Postale di Roma, per ottenere l’immediata cancellazione da Facebook di alcuni commenti pesanti ritenuti offensivi e diffamatori e soprattutto per reperire gli IP dei responsabili. L’hostess del Grande Fratello ha dichiarato che: “È accaduto all’uscita dalla casa del Grande Fratello. Uso Facebook quotidianamente e mi sono accorta che si erano creati dei gruppi di utenti che mi insultavano con parolacce irripetibili. Non è giusto e quindi ho deciso di reagire. Ho sempre tollerato le critiche di chi mi dice, su Facebook, di andare a lavorare o altro e non mi ama. Ma incassare insulti e diffamazioni è un danno grave, sopratutto per chi sta iniziando a vivere di spettacolo”.