Facebook, uno studio rivela che la felicità è virale

Facebook, uno studio rivela che la felicità è virale

I social network sono oramai diventati parte integrante della vita di tante, anzi di tantissime persone. Cercare di indagare le dinamiche ed i fenomeni che tali risorse sono in grado di provocare diviene quindi sempre più interessante come nel caso della ricerca recentemente pubblicata dalla rivista californiana Plos One.

La ricerca in questione mira a cercare di comprendere le dinamiche di influenza che si creano sui social network ed in maniera particolare su Facebook. Ciò che ne è emerso è stato che su Facebook la felicità è virale.

Facebook risponde ironicamente allo studio di Princeton

Facebook risponde ironicamente allo studio di Princeton

Da uno studio pubblicato di recente dalla Princeton University è emerso che Facebook è come un’epidemia e che entro il 2017 potrebbe arrivare a perdere circa l’80% dei suoi iscritti.

A questa visione un po’, come dire, catastrofica del social network in blu la squadra alle spalle di Mark Zuckerberg ha scelto di rispondere in modo decisamente ironico mettendo l’università che ha effettuato la ricerca sullo stesso piano statistico in modo tale che sia altrettanto facile affermare che anche la Princeton rischia l’estinzione a breve termine.

Facebook è come un’epidemia

Facebook è come un epidemia

Sebbene la maggior parte di tutte le più recenti indagini e di tutte le ultime statistiche pongano Facebook al primo posto nella classifica dei social network maggiormente diffusi ed utilizzati di tanto in tanto vengono pubblicate anche interessanti ricerche che ipotizzano un futuro tutt’altro che roseo per il celebre servizio di Zuck.

A tal proposito la Princeton University ha pubblicato un recente studio condotto da alcuni ricercatori che paragona i social network alle malattie, secondo cui Facebook sarebbe come un’epidemia ed in base al quale potrebbe arrivare a perdere circa l’80% dei suoi iscritti entro il 2017.

Facebook legge anche gli aggiornamenti di stato non pubblicati

Facebook legge anche gli aggiornamenti di stato non pubblicati

Il fatto che una volta iscritti a Facebook tutti i propri dati condivisi con il social network siano alla mercè del buon Zuck, della sua squadra e degli altri utenti e che pretendere l’assoluta riservatezza diventa praticamente impossibile è oramai un dato di fatto. Quel che tuttavia suona decisamente come nuovo e per certi versi imprevedibile è quanto emerso da un recente studio sul Self-Censorship, letteralmente “auto-censura”, realizzato da Adam Kramer, data scientist del social network, e Sauvik Das, dottorando presso la Carnegie Mellon University ed ex stagista presso il quartier generale di Facebook.

Lo studio mira a comprendere i fallimenti delle interazioni, vale a dire le ragioni della mancata pubblicazione in un aggiornamento di stato, e può essere visto come un prezioso elemento per escogitare suggerimenti in grado di far superare l’incertezza.

Facebook: gli status svelano età, sesso e tratti della personalità

Facebook: gli status svelano età, sesso e tratti della personalità

Con un aggiornamento di stato su Facebook non solo è possibile rivelare agli altri utenti cosa si sta pensando in quel dato momento ma anche chi siamo svelando età, sesso e tratti della personalità.

La prova arriva da uno studio della Penn University pubblicato su Plos One. Lo studio, condotto da un team di ricercatori guidato da H. Andrew Schwartz, ha esaminato con analisi computazionali il linguaggio usato da 75 mila profili Facebook confrontandolo poi con i test di personalità compilati dagli stessi utenti.

Facebook, chi posta molte foto ha problemi nelle relazioni reali

Facebook, chi posta molte foto ha problemi nelle relazioni reali

Ogni giorno su Facebook vengono condivise una gran quantità di foto di vario genere. Scorrendo il News Feed del social network, infatti, non accade poi così di rado di ritrovarsi dinanzi foto di amici appena tornati dalle vacanze, scatti raffiguranti cani, gatti o altri animali domestici dei propri contatti e chi più ne ha più ne metta.

Per quanto l’attività del postare foto possa essere divertente, affascinante ed in grado di suscitare l’attenzione altrui gli utenti che si danno alla condivisione, per così dire, “selvaggia” dei propri scatti hanno una vita reale tutt’altro che soddisfacente. A sostenere tale testi è una recente ricerca britannica.

Facebook: il più grande censore è l’utente

Facebook

Facebook non è soltanto un social network mediante cui restare in contatto con amici, parenti e colleghi di lavoro o, ancora, una risorsa grazie alla quale instaurare rapporti con nuove persone ma consente anche di creare e di mostrare agli altri un’immagine di se stessi.

A tal proposito, un recente studio americano condotto dalla Carnegie Mellon University ha misurato l’attività di auto-censura degli utenti che si servono di Facebook ed i risultati ottenuti sono stati decisamente sorprendenti.

Facebook, dipendenza da smartphone

Facebook Mobile

Il fatto che Facebook venga utilizzato in maniera sempre maggiore non solo da desktop ma sopratutto da mobile oramai non è più una novità, così com’è stata possibile apprendere in svariate occasioni e così come auspicato da Zuckerberg in persona più di una volta.

Per poter comprendere al meglio il “fenomeno” è però possibile analizzare i risultati di un recente studio targato IDC e promosso dallo stesso team del social network in blu.

Facebook fa diventare infelici e invidiosi

Facebook invidiosi infelici

Facebook, il social network per eccellenza, per quanto utile possa essere al fine di restare facilmente in contatto con amici, parenti e colleghi, sia vicini che lontani, non è esattamente un toccasana per le relazioni e per la felicità.

È esattamente questo quanto emerso da un recente sudio di ricerca condotto dal  Prof. Dr. Peter Buxmann del Dipartimento di Sistemi Informativi del TU Darmstadt congiuntamente alla Dr. Hanna Krasnova dell’Istituto dei Sistemi Informativi del zu Berlin Humboldt-Universität.

L’utilizzo di Facebook rende più onesti?

Facebook onestà

L’obiettivo iniziale al quale Mark Zuckerberg ha puntato con la creazione di Facebook è stato quello di far restare in contatto i membri delle strutture di studio americane.

Quest’idea è stata poi soggetta ad un’evoluzione e Facebook, con il passare del tempo e con l’aumentare del successo, è andato a configurarsi come un valido sistema mediante cui riunire vecchie compagnie e permettere agli utenti di restare in contatti con i propri amici.

Le nuove tendenze su Facebook: cancellare gli amici e badare maggiormente alla privacy

Con il passare del tempo e con la sempre maggiore diffusione di Facebook tra il vasto popolo degli internauti sono andate a consolidarsi alcune specifiche tendenze tra gli utenti tra cui, così come evidenziato in un recente studio della Pew Internet & American Life Project, quella di gestire gli amici presenti sul rinomato social network in blu e quella di prestare maggiore attenzione alla propria privacy sullo stesso.

Stando infatti a quanto messo in evidenza dallo studio in questione ne è emerso che nel corso degli ultimi mesi è andato sempre più a consolidarsi il cosiddetto fenomeno del defriending.

Facebook: perché ci piace e perché lo utilizziamo?

Attenendosi a quelle che sono le più recenti previsioni, Facebook, entro agosto dell’anno corrente, raggiungerà il miliardo di utenti andando dunque a confermare ulteriormente il suo predominio in fatto di social network e la sua attrattiva nei confronti della vasta utenza.

Ma perchè così tante persone utilizzano Facebook e ne sono affascinate? A spiegarlo è un recente studio condotto da Ashwini Nadkarni e Stefan G. Hofmann dell’ Università di Boston secondo cui i motivi possono essere riassunti sostanzialmente in due distinte necessità: il bisogno di appartenenza a qualcosa e quello di auto-rappresentazione.

Studio: utilizzare eccessivamente Facebook può portare a disturbi psichici negli adolescenti

Considerando il sempre più crescente utilizzo delle risorse di social networking e, in primis, di Facebook, esaminare gli effetti che ne derivando da un impiego costante appare tanto interessante quanto, al tempo stesso, doveroso.

Proprio per tale ragione gli studi che pongono l’attenzione su Facebook e sui suoi iscritti vanno, giorno dopo giorno, ad incrementarsi permettendo quindi di comprendere nel migliore dei modi le svariate dinamiche del ben noto social network in blu e le sue eventuali ripercussioni sull’uomo.

Facebook: il 7% degli amici non sono mai stati incontrati

In seguito ad un recente ed interessante studio condotto da Pew Internet & American Life Project circa quelli che sono i rapporti d’amicizia su Facebook è stato possibile attingere a tutta una serie di dati che, pur non rivelando alcunché di sorprendente, mettono però in chiaro quella che è l’attuale situazione sul ben noto ed acclamato social network in blu.

Lo studio, nel dettaglio, va a risultare come un valido tentativo mediante cui quantizzare e qualificare gli amici che ciascun utente ha su Facebook fornendo tutta una serie di interessanti percentuali.