Twitter, uffici chiusi in Italia

L’annuncio era nell’aria già da qualche tempo a questa parte: Twitter ha deciso di chiudere gli uffici italiani. Come riporta Il Sole 24 Ore, i 16 dipendenti guidati dal country manager Salvatore Ippolito hanno già preparato le valige e sono in attesa di scoprire l’esito della trattativa sindacale avviata dall’azienda.

Twitter

Considerando il fatto che il social network sta affrontando un periodo di profonda crisi e che è attualmente in corso un tentativo di ristrutturazione che comporterà il licenziamenti di numerosi dipendenti, la notizia non desta scalpore già di tanto.

Facebook dice stop al Creative Labs

Nel corso degli ultimi giorni Facebook ha preso una decisone abbastanza importante e per certi versi inaspettata: chiuderà il Creative Labs.

Foto che mostra la schermata di login i Facebook

Per chi non ne fosse a conoscenza ricordiamo che il Creative Labs è stato costruito come una sorta di startup all’interno di Facebook stesso con l’obiettivo di testare nuove applicazioni per creare maggiore interazione all’interno di Facebook. Il Creative Labs ha infatti dato origine a roodotti quali Slingshot, Riff e Rooms.

Facebook chiuderà il suo servizio email

Facebook chiuderà il servizio email

Da marzo gli account email di Facebook chiuderanno. Infatti, così come recentemente deciso e comunicato dal team di Facebook nel giro di qualche settimana il servizio mail del social network non esisterà più e quindi la possibilità di ottenere un indirizzo di posta elettronica del tipo [email protected] verrà spazzata via del tutto.

Il servizio mail di Facebook è stato lanciato circa quattro anni fa con il chiaro obiettivo di valorizzare la social-box dei messaggi. Prima della sua presentazione ufficiale il servizio di posta elettronica di Facebook era stato identificato con il nome in codice di Titan ed era stato descritto come l’unico in grado di mettere a repentaglio l’indiscussa fama di Gmail.

TweetDeck: addio alle versioni Android, iOS e Adobe Air

TweetDeck chude per iOS, android e adobe air

Tra i client Twitter più famosi e maggiormente apprezzati dall’utenza TweetDeck occupa, senza alcun ombra di dubbio, una tra le prime posizioni in classifica.

TweetDeck è nato, anni fa, come servizio indipendente da Twitter ed è stato poi acquisito dal team del cinguettante social network nel 2011 per una cifra pari a circa 40 milioni di dollari.

Facebook chiude definitivamente Gowalla

Gowalla, il social network statunitense dedicato alla condivisione del posizionamento geografico degli utenti, è stato chiuso in maniera definitiva e a dare il taglio netto sono stati proprio Zuckerberg ed il suo team.

Nel corso delle ultime ore, infatti, Facebook ha provveduto ad effettuare la chiusura della ben nota piattaforma acquisita lo scorso Dicembre con l’obiettivo di ottimizzare la geolocalizzazione della Timeline e l’esecuzione dell’operazione in questione era già nell’aria da qualche tempo a questa parte.

Cliqset chiude per fallimento

Cliqset l’aggregatore sociale che permetteva di gestire le nostre identità online da un unico servizio ha definitivamente chiuso. Molto simile a FriendFeed per aspetto e funzionalità, Cliqset si proponeva come un ibrido tra social aggregator e chat in tempo reale. Eppure questa formula che in teoria sembrava vincente, nella pratica si è dimostrata fallimentare.

Le voci sulla sua chiusura circolavano già dal mese scorso, quando Louis Gray, uno dei fondatori, aveva deciso di lasciare Cliqset. Ma Gray aveva assicurato che il servizio sarebbe rimasto attivo, perché quello era il volere degli investitori. Invece cinque giorni fa, sulla home di Cliqset è apparso l’annuncio “Sorry, we’re closed”, e da qualche ora il sito non è più raggiungibile all’url http://cliqset.com. Tutto questo senza fornire alcuna spiegazione agli utenti.

Dopo Google Wave chiuderà anche Google Buzz?

Il nuovo pettegolezzo di internet stavolta riguarda Google Buzz. Molti esperti di social media sostengono infatti che Google, dopo la chiusura di Wave, sospenderà a tempo indeterminato anche il progetto Google Buzz. L’ipotesi non è priva di fondamento, e circola in Rete già dallo scorso marzo, ma in tempi recenti è stata rilanciata da numerosi guru del Web. Il motivo è presto detto: l’imminente arrivo dell’atteso Project Titan renderebbe superfluo un servizio come Buzz. Ma c’è di più.

Secondo gli esperti Google Buzz è un progetto nato morto. Il suo utilizzo ha cominciato a calare già nei primi 3 giorni successivi al lancio. In più, le numerose falle della privacy, sfociate poi in una class action contro Buzz che è costata a Google ben 8,5 milioni di dollari, hanno trasformato questo microblog in una perfetta macchina mangia soldi.

Yahoo! chiude GeoCities

Geocities

Era il padre di tutti i blog e di tutti i social network ai tempi del Web 1.0 e da oggi fino al 26 ottobre, saranno gli ultimi giorni per poterlo “ammirare”. Ebbene si, Yahoo! ha deciso di mandare ufficialmente in pensione il suo servizio GeoCities dopo 15 anni di onorata attività. A comunicarlo la stessa compagnia di Sunnyvale, con una nota che precisa le informazioni sulla disattivazione. A partire dal 26 ottobre, questo non sarà più accessibile ed un messaggio per gli utenti è già on line per comunicarlo nelle pagine stesse del servizio.

Social network demoliscono i diritti d’autore

Grazia Neri

Ebbene si, con l’espansione dei siti internet di social networking oltre ad acquisirne informazioni sui pregi di questi strumenti, ci rendiamo conto sempre di più dei difetti di questi servizi (per qualcuno) infernali. La notizia che sta facendo il giro dei soggetti che si battono per i diritti d’autore, è finita su “Il sole 24 ore” e parla di una delle agenzie foto giornalistiche tra le più quotate in Italia. Parliamo di Grazia Neri.

MySpace cede alle difficoltà e licenzia

Sembrava quasi prevedibile dall’ultima dichiarazione di Murdoch parlando di MySpace, quando si cercava di mettere una pezza (si dichiarò he: “I passi di ristrutturazione che abbiamo intrapreso preparano ad un nuovo capitolo di eccitante innovazione per MySpace”) sulla caduta libera degli accessi, e ad oggi sembra che l’incubo sia diventato realtà. Era il primo, il maestoso social network che si era accaparrato la fiducia e gli investimenti di Rupert Murdoch, ma non aveva messo in cantiere la nascita di un rivale: il temibile Facebook. Forse per il suo minimalismo, ma allo stesso tempo la completezza delle funzionalità, è riuscito a far trasferire ed affezionarsi gli internauti al suo stile lasciando a bocca asciutta il grande MySpace.