Una class action del Mei contro i social network

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Parte da Bologna la protesta contro i social network. Durante un dibattito sul diritto d’autore tenutosi nell’Aula Prodi di Piazza San Giovanni Monte a Bologna si è discusso di cosa poter fare contro le multinazionali dei social network per poter ottenere il pagamento dei diritti sui contenuti musicali da questi veicolati. Il dibattito, moderato da Guido Scorza, è stato organizzato da Altratv.tv ed ha visto il Mei (Meeting delle Etichette Indipendenti) prendere una posizione ben decisa. Infatti, Giordano Sangiorgi, il responsabile del Meeting, ha dichiarato:

 

“E’ impensabile che tali grandi multinazionali continuino a non riconoscere ai singoli utenti produttori e diffusori di musica e di cultura una quota dei loro enormi guadagni. A tale proposito andrebbe costruita una grande federazione dei diritti unitaria che veda insieme Siae, Scf, Nuovo Imaie e tutte le associazioni di categoria del settore culturale per andare a incontrare questi ‘signori’ e chiedere loro, insieme alle multinazionali della telefonia, di remunerare con un equo compenso questo prezioso lavoro di produzione e diffusione culturale che, se non se non avrà i giusti compensi e le necessarie risorse, rischia di scomparire e di annullare un futuro musicale e culturale per le giovani generazioni del nostro Paese.”

 
La proposta di attivare una class action nasce dall’esigenza di ottenere dei piccoli, ma grandi benefici per i singoli utenti che usufruiscono di contenuti multimediali, musicali e culturali. È importante valorizzare il diritto d’autore, in quanto l’opera creativa degli autori deve essere considerata fondamentale per la veicolazione della cultura, sia nel mondo dell’online che della realtà fisica. Il discorso va lungamente approfondito e sicuramente il problema centrale non è dovuto soltanto ai social network. Giordano Sangiorgi, infatti, ha ribadito la volontà di creare nel nostro Paese un tavolo di lavoro sui diritti:

 

“E’ necessario che tutta la produzione culturale indipendente del nostro paese, visto il suo paese culturale ed economico complessivo, faccia fronte comune e un tavolo unico di lavoro sui diritti se non vorrà perdere importanti risorse che le spettano per vivere e poter reinvestire sui giovani talenti e sull’innovazione che altrimenti resteranno solo nelle casse delle potenti major straniere nuova diffusione on line dei contenuti.”

Foto Credits| cpfl cultura su Flickr

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