Gran Bretagna: niente privacy per Twitter, ogni messaggio va considerato di dominio pubblico

In Inghilterra ogni tweet va considerato di dominio pubblico, e come tale può essere citato o riportato su siti web e quotidiani senza chiedere permesso e senza il timore di infrangere le norme sulla privacy.

Lo ha deciso la Press Complaints Commission per l’applicazione del codice di autoregolamentazione inglese del settore giornalistico, un organismo indipendente che si occupa dei reclami relativi al contenuto editoriale di quotidiani e riviste (e dei loro siti web).

La decisione è stata presa dopo che il Daily Mail e l’Indipendent erano stati accusati da Sarah Baskerville di violazione della privacy, per aver pubblicato senza permesso un messaggio online della donna. Ma successivamente l’accusa è stata rigettata dal PCC, che di fatto ha così stabilito il dominio pubblico dei tweets.

Spiare i figli sul web

 

Argomento di attualità interessante per cominciare la settimana, è la nuova tendenza proposta dagli esperti di vari settori, che spinge i genitori dei ragazzi che frequentano il web, ad un maggiore controllo sui contenuti che passano in rassegna.
Internet è ormai diventato uno strumento indispensabile per il quotidiano, anche solo a titolo informativo ed a titolo culturale, per aiutare nello studio e nelle ricerche, ma l’altra faccia della medaglia, prevede che il web nasconda insidie e pericoli per chi non è intenzionato a farne un utilizzo proprio didattico.
Il ruolo fondamentale sul controllo di questo mezzo, viene sicuramente svolto dalle autorità competenti, che quotidianamente lavorano per far si che certi siti e certe destinazioni non siano raggiungibili, ma oggi come oggi, è diventato ancora tutto più insidioso per la diffusione spropositata dei social network, dove l’adescaggio fasullo è all’ordine del giorno.

Michele Emiliano, da Bari per sconfiggere i fannulloni

 

Stiamo parlando del Sindaco di Bari, uno dei primi nella classifica dei Sindaci più amati redatta da “Il Sole 24 Ore”. Risulta infatti al settimo posto, Michele Emiliano, il barese del centro sinistra che continua ad aumentare la sua popolarità su Facebook.
L’ex magistrato, infatti, sulla sua pagina Facebook continua ad amministrare al meglio il suo territorio grazie alla partecipazione attiva dei suoi cittadini sulla sua pagina che lasciano consigli e critiche sullo svolgimento della sua Amministrazione. I suoi elettori vengono poi quotidianamente aggiornati sulle proposte per il Consiglio Comunale e sulle novità della città.

I falsi profili punibili in California

 

Una nuova legge è stata emanata in Calfornia. Parliamo della legge SB 1411 entrata in vigore dal primo di Gennaio del 2011. Quest’ultima, voluta fortemente dal Senatore Democratico Joe Simitian, prevede la reclusione fino a 12 mesi, oltre che l’ammenda di ben 1.000 dollari per gli utenti che si creano un profilo falso su Facebook, se viene utilizzato con l’intento di truffare altri utenti.
I reati ipotizzabili possono essere due: sia il furto d’indentità, sia la truffa.

Denunciata perchè spacciatasi per un’amica

 

Siamo a Vercelli e la cronaca torna a far parlare di Facebook. La storia di due amiche minorenni che per conquistare un giovanotto, non si sono private di darsi colpi bassi anche sulla base di invasione della privacy e modifica dei dati personali. La frase che ha fatto scaturire le indagini della Polizia Postale è stata: “Scusa, ma come fai ad essere qui davanti a me se io sto chattando con te su Facebook?“.

Stiamo parlando di una 17enne di Prato Sesia, che su Facebook, si è divertita a spacciarsi per un’altra ragazza (avendo carpito la sua password), solo per corteggiare un coetaneo che invece faceva il filo alla vittima.

Facebook contro i venditori di dati personali

 

Le decisioni prese nell’ultimo incontro ai vertici del team di Facebook segnano un passo importante nella storia delle applicazioni terze. La crescita costante degli utenti del social network, mista alla richiesta costante di migliorie sulla privacy, portano il CEO del social network in blue ed il suo team ad adottare la tolleranza zero.

Sotto accusa, i così detti “data brokers“, ovvero, le software house ed i singoli sviluppatori di applicazioni per la piattaforma sociale che acquisiscono indebitamente informazioni sugli utenti del sito e le rimettono poi in vendita sul web.

Project Titan a rischio privacy?

L’annuncio della nascita di Project Titan, il servizio di messaggistica centralizzato targato Facebook ha suscitato commenti entusiastici in tutto il mondo. Tuttavia sarebbe sbagliato accettare passivamente ogni commento senza porci domande su una questione delicata come quella della privacy.

Il problema della privacy è molto sentito dai blogger di IoChatto, soprattutto quando riguarda il social network di Facebook, che già in passato ha mostrato scarsa attenzione per i nostri dati personali. E torna prepotentemente alla ribalta con l’arrivo di Titan. Proprio ieri abbiamo detto che, in qualche modo, Project Titan somiglia a Google Wave. Ma Wave non è l’unico prodotto di casa Google che può essere accostato all’ultimo nato di casa Facebook.

Chi di voi ricorda Google Buzz? Ebbene, quando Buzz arrivò sul mercato, circa otto mesi fa, la stampa specializzata affermò che Google aveva rivoluzionato il social networking con l’integrazione del microblogging all’interno di Gmail. Ma Buzz non ebbe il successo sperato, anzi il servizio di Google fu letteralmente inondato di lamentele da parte degli utenti che vedevano esposte pubblicamente le loro email e le informazioni personali, e di conseguenza venivano continuamente bersagliati dallo spam.

Sneijder: problemi con i profili falsi

 

 

Wesley Sneijder ha deciso di fare chiarezza in conferenza stampa. Dopo il pareggio con la Sampdoria di domenica sera, il giocatore dell’Inter ha dichiarato su La Gazzetta dello Sport, il suo dissenso nell’utilizzo dei social network ed ha tenuto a precisare che non utilizza mai i social network per comunicare con il mondo esterno, di conseguenza, tutto ciò che viene scritto su Facebook o qualsiasi estraneo (non suo amico diretto) che è amico di un profilo Facebook intitolato a Wesley Sneijder, deve prendere consapevolezza che non stia parlando con l’originale.

Wesley Sneijder ha un profilo Facebook, ma strettamente riservato per amici e familiari e quindi non visibile ad estranei e speculatori. La fan page ufficiale, poi, c’è, ma non è seguita da lui personalmente anche se da membri del suo staff.

MySpace e problemi della privacy

 

La privacy questa sconosciuta, diventa come un’influenza e si trasmette tra social network. Sembra proprio che infatti i problemi relativi alla tutela dei dati personali degli iscritti si sia diffuso da Facebook, anche a MySpace. Questo deriva da una serie di indagini portate a termine dal Wall Street Journal sul conto del social network di Rupert Murdoch.
Il responso di questo studio, parla di un rischio che ogni utente ha di inviare informazioni private alle aziende che sono collegate al sito attraverso il business della pubblicità on line. Il primo aspetto ad essere incriminato, è quello delle applicazioni (specularmente a Facebook), il secondo è neli banner pubblicitari.

Genitori e controllo dei figli on line

 

Uno studio recente fatto negli Stati Uniti d’America, ha dimostrato che ben il 72% dei genitori statunitensi, controlla l’account di Facebook dei propri figli almeno una volta a settimana. L’82%, invece, crede di essere anche in grado di poter rimuovere delle informazioni troppo personali, non prendendo in considerazione il fatto che i dati già parcheggiano on line da molto tempo prima della rimozione.

Questa ricerca è stata fatta da Truste, un’azienda di servizi software dedicati alla tutela della privacy.

I Federali chiedono amicizie su Facebook

 

Secondo quanto diffuso dalla stampa americana, tra le note del Governo ci sarebbe quella che spinge gli agenti federali del Governo USA a richiedere le amicizie sui social network, passando per diverse reti sociali e tentando di entrarne in relaizone con i membri per…spiarli. Il tutto nascerebbe nel Maggio 2008 a seguito di una Freedom of information (Libertà di Informazione) che metterebbe sotto controllo da parte dei federali le sezioni di Fraud Detection e la sicurezza nazionale (FDNS).
E da giovedi 14 Ottobre, infatti, si è cominciato a vedere su Twitter, su Facebook, su Digg e su MySpace, tutti i dettagli del programma di Governo per “controllare” le reti sociali. Ovviamente secondo le informazioni elettroniche, questo piano sarebbe di tutela per il FOIA (decreti per la libertà di informazione statunitense).

Come custodisce i dati Facebook

 

Oggi parliamo di un’inchiesta diffusa dal Wall Street Journal, che parla di Facebook, privacy, guadagni e FarmVille. Le storie trite e ritrite, continuano a generare discussioni senza fine, a cui sembra impossibile una risoluzione.
Nel mirino d’accusa è FarmVille, il videogames che da accesso a tutti gli iscritti al social network, che permette loro di diventare dei contadini virtuali e quindi di coltivare prati e campagne, ed allevare animali. Inoltre, in tutte le aree del gioco si è vicini di terra dei propri amici inclusi nei contatti di Facebook.

FB-Secure per la sicurezza su Facebook

 

Oggi parliamo di estensioni per il social network Facebook. Quella che analizziamo si chiama FB-Secure e nasce per il browser Firefox. Questa, fornisce dei suggerimenti sui permessi da concedere agli applicativi di Facebook ed è stata realizzata dai ricercatori dell’Università della Carolina del Nord.

Il binomio tra Facebook e Privacy, acquisisce così un altro punto di vista. Le applicazioni, molto invasive dal punto di vista della raccolta dei dati personali, molto spesso spaventano gli utenti, ma con questo add-on, dovrebbero lasciarsi guidare e rimanere più tranquilli. Il servizio suggerisce le impostazioni per la privacy legate al profilo, oltre che un messaggio informativo che comparirà nell’area di notifiche di Firefox, contenente i consigli e le “imposizioni” sulle concessioni delle autorizzazioni sulle applicazioni di Facebook.

Sciacallaggio su Facebook per Sarah Scazzi

 

Non bastano le torture vere che ha subito la 15enne Sarah Scazzi dallo zio mostro, anche dopo la sua morte, infatti, continua il perpetuo sulla giovane, purtroppo a causa di incoscienti che stanno facendo circolare delle immagini sul social network Facebook.

Il brutale assassinio, la violenza, in continuo parlarne in TV, già non danno pace alla piccola, ma addirittura arrivare alla pubblicazione su Facebook di contenuti cruenti, fa capire che stiamo toccando il fondo. Da domenica pomeriggio, infatti, circolano on line delle fotografie della giovanissima Sarah, morta e stesa sul tavolo dell’obitorio.